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Basko apre ad Imperia Porto Maurizio

tratto dall’articolo di Sanremo News al seguente link

Apre al pubblico lunedì 4 dicembre 2017, alle 16.30, in via Vittorio Gavi 2 un nuovo supermercato Basko, insegna del Gruppo Sogegross.

“Siamo molto orgogliosi di questa nuova apertura nella città di Imperia, dove eravamo già presenti come Gruppo con il marchio Ekom, ma non come Basko, se non nei comuni vicini di Diano, Sanremo e Arma di Taggia, dove siamo presenti anche con Sogegross Cash & Carry. Finalmente siamo riusciti a portare anche qui la nostra insegna, con l’intento di far conoscere i nostri negozi, i nostri servizi, i nostri prodotti e aumentare la qualità della proposta commerciale verso il cliente. – spiega Antonio Mantero, Direttore Sviluppo del Gruppo Sogegross. – Il nostro obiettivo futuro è quello di continuare a svilupparci, non solo a Genova ma su tutto il territorio ligure, avendo qui la nostra sede direzionale, e di portare avanti gli imminenti progetti anche in ambito logistico. Dopo l’apertura del punto vendita Ekom di Camporosso, questo è un altro tassello che si aggiunge al nostro mosaico in una regione a cui siamo legati per storia, tradizione e in cui vogliamo continuare a fare sviluppo e innovazione”.

Il nuovo supermercato aprirà i battenti nella zona di Porto Maurizio, presso la rotonda che unisce via Nizza a via Vittorio Gavi, una location che rappresenta un importante crocevia per le auto di passaggio. “Il nuovo supermercato Basko, il primo ad Imperia, diventerà un punto di ritrovo per i cittadini e per i turisti, grazie alla posizione privilegiata e al ricco assortimento di prodotti del territorio, che saranno la vera punta di diamante del nuovo Basko – aggiunge Giovanni D’Alessandro, Direttore Vendite, Marketing e Comunicazione di Basko – A chiusura di un anno per noi molto importante in chiave commerciale e di riqualificazione della nostra rete di vendita, l’apertura di questo 60° negozio è un ottimo modo per concludere i festeggiamenti per il 30° Anniversario di Basko”.

Per l’inaugurazione di lunedì 4 dicembre è prevista un’Offerta Speciale, con la promozione Sottocosto che durerà fino al 13 dicembre. “Nei primi giorni di apertura, è inoltre previsto un omaggio per tutti i clienti. Nel nuovo punto vendita, che conterà circa una trentina di addetti, saranno presenti tutti i principali reparti “freschissimi”, da sempre fiore all’occhiello dell’azienda genovese, dalla Macelleria alla Gastronomia (con ampio spazio dedicato al take-away e una vetrina con prodotti d’eccellenza), dall’Ortofrutta (con particolare attenzione ai prodotti del territorio) alla Panetteria e Pasticceria (con banco assistito e con la possibilità di pesare e prezzare i prodotti in modalità self service), fino alla Pescheria in cui i clienti avranno la possibilità di trovare ogni giorno diverse varietà di pesce rigorosamente fresco (motivo per cui il banco sarà chiuso il lunedì, in quanto la domenica notte non c’è pescato). Inoltre il supermercato avrà un ricco e variegato settore dedicato ai prodotti del territorio, a partire da un’accurata selezione di vini dalle migliori cantine locali e nazionali, e un ampio spazio riservato alla salute e benessere, con particolare riferimento agli articoli per le intolleranze alimentari (prodotti senza glutine, bio, vegan e salutistici). Uno spazio particolare sarà dedicato alla vendita di uova fresche sfuse bio 100% italiane” – spiegano con una nota dall’azienda.

Attenzione anche all’eco-sostenibilità: “Il nuovo supermercato sarà dotato di nuovi frigoriferi con basse emissioni co2, per limitare i consumi energetici a salvaguardia dell’ambiente e garantire l’ottimale conservazione dei prodotti”, conclude D’Alessandro. “Il nuovo Basko sarà aperto dal lunedì al sabato dalle 8 alle 21 e la domenica dalle 8 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30, per essere sempre più al servizio del cliente nelle sue esigenze quotidiane” – concludono.

 

Il consumatore? Veloce e infedele: ecco le sue abitudini

tratto da un articolo di Dario Vico del Corriere della Sera qui

Iperinformato e scaltro, cerca di districarsi tra risparmi, offerte, e qualità.
Per le aziende? Un rompicapo, è imprendibile. La ricerca del Censis

La grande distribuzione è viva e lotta ancora insieme a noi. Messo alla frusta dal ristagno dei consumi e dalle discontinuità culturali e tecnologiche del nostro tempo il supermercato, la cattedrale più frequentata della modernità, tiene comunque botta. A meno così la pensano i ricercatori del Censis che oggi presentano a Roma un’ampia indagine sullo «sviluppo italiano e il ruolo sociale della distribuzione moderna». La prima radicale novità con la quale fare i conti è il profondo cambiamento del consumatore diventato «infedele, iperinformato e persino scaltro». Solo il 27,3% dei maggiorenni («i fedelissimi») per la spesa alimentare si reca sempre presso lo stesso punto vendita, il 12,4% invece effettua gli acquisti cambiando negozio ma non catena ma il grosso, mentre la maggioranza — circa il 50% — è «nomade» e sceglie in base a promozioni, offerte e ed esigenze del momento. Il Censis li definisce «free rider» e per le aziende del settore rappresentano un autentico rompicapo. Anche perché il tasso di imprevedibilità del consumatore degli anni Dieci decolla quando dal cibo si passa all’abbigliamento, all’arredo o l’elettronica. Siamo in tutti e tre i casi oltre il 70% di nomadismo.

Al di là delle etichette quali sono però i connotati di questo consumatore imprendibile? I ricercatori lo definiscono insicuro e disilluso, con prospettive di reddito ferme, «costretto alla scaltrezza per districarsi tra quota da destinare al risparmio e spesa per i consumi e nell’ambito di questi ultimi tra quella che reputa necessari, gli sfizi irrinunciabili e ciò che invece può tranquillamente tagliare». In questo peregrinare l’italiano medio non si fa guidare solo ed esclusivamente dalla ricerca del prezzo conveniente ma ama rivolgersi anche alle catene specializzate rispetto ai negozi generalisti. E si comporta anche in base a scelte etiche: per l’83,5% è importante che i prodotti che acquista riflettano le sue convinzioni sociali ed ecologiche. Non è un caso, del resto, che oltre 30 milioni di italiani abbiano preso l’abitudine di leggere i giudizi sui prodotti che circolano su social network e blog e oltre 6 milioni di loro non si limitano ad essere lettori compulsivi ma pubblicano regolarmente post su siti web con il racconto delle proprie esperienze commerciali condite da commenti personali. Per far fronte a questi mutamenti – che non paiono di breve periodo – è chiaro che la grande distribuzione ha più carte da giocare del piccolo commercio e infatti quest’ultimo negli anni dal 2007 al 2016 ha visto crollare le sue vendite del 13,5% in generale e del 14,7% nel solo segmento alimentare. Ma i punti di vendita fisici hanno un futuro o sono condannati a soccombere davanti all’innovazione dei canali di acquisto? Secondo il Censis ce la faranno se non altro perché il 33% dei clienti cerca «personale preparato e disponibile che aiuti a capire e scegliere velocemente» ma dovranno reinventare il proprio modello di business combinando «fisico e virtuale» ovvero facendo coesistere le punte più avanzate della società iperconnessa e le pratiche più tradizionali dello shopping. In questo modo i supermercati riusciranno a conservare il contatto anche con i millenials molto attenti sia alla pluralità delle fonti informative sia alle dinamiche soggettive.

La ricerca si conclude con una valutazione e un riconoscimento inusuali: la grande distribuzione è riuscita a mantenere all’interno della vasta platea dei consumatori anche persone con redditi bassi a rischio di esclusione sociale per la crisi e di conseguenza ha contribuito a tutelare il potere d’acquisto degli italiani. Secondo gli analisti guidati da Giuseppe De Rita i supermercati «sono tra gli ultimi luoghi democratici, interclassisti e inclusivi che fanno barriera all’ampliarsi delle distanze sociali, riducendo il rischio che diventino fratture». I numeri che giustificano questo giudizio sono: il 25,9% degli italiani ha conservato il proprio tenore di vita grazie alle offerte e promozioni della grande distribuzione, il 54,5% ha attutito le difficoltà di reddito usufruendo delle favorevoli condizioni di vendita praticate e il 10,6% ha tagliato i proprio consumi meno di quanto avrebbe dovuto grazie proprio alle scelte «democratiche» dei supermercati. Sarebbe nato così (silenziosamente) in questi anni una sorta di nuovo ammortizzatore sociale che il Censis abilissimo nel creare neologismi chiama «welfare dei consumi»

Bompard…cosa dicono di lui


Riporta Business Insider: Per alcuni, Bompard soddisfa molte caratteristiche per il compito che ci attende, con un track record di taglio dei costi e operazioni online – entrambi i quali potrebbe essere centrali per far rivivere ipermercati francesi in crescita”

Arnaud Lagardère, proprietario della stazione radio Europe 1 che Bompard diresse tra il 2008 e il 2010 e che condivide con lui la passione per il tennis, ha detto: “lui è molto cordiale, ma non è ingenuo. È estremamente risoluto e se pensa di avere la giusta strategia, egli sa andare avanti, senza limiti.

“È un uomo veloce ed esigente,” ha detto Philippe Coutanceau, un rappresentante del sindacato CGT. “Di lui ricorderemo una remunerazione astronomica, in linea con le dimensioni del gruppo e i  risultati.”

Movimenti ai vertici Carrefour

traduzione a cura google traslator – Fonte Reuters

A. Bompard di Fnac sarà proposto per essere nominato CEO di Carrefour la prossima settimana.

Alexandre Bompard, amministratore delegato del negozio di elettronica di consumo francese Fnac Darty (FNAC.PA), sarà nominato amministratore delegato del rivenditore francese Carrefour (CARR.PA), le fonti familiari con la situazione ha detto a Reuters.Il più grande rivenditore europeo sta cercando da ottobre per un successore di Georges Plassat, 68, il cui mandato in qualità di presidente e amministratore delegato scade nel maggio 2018.
Bompard, 44 anni, ha condotto Fnac – che vende libri e musica – a partire dal gennaio 2011. Le azioni Fnac sono quasi triplicate in valore dal momento che la quotazione del mercato azionario nel 2013 è attiva.
Sotto la leadership di Bompard, l’anno scorso Fnac ha vinto una guerra di offerta con Conforama per il controllo dei beni di casa e dell’elettronica Darty, creando un leader di mercato francese con vendite di oltre 7 miliardi di euro.

“Lui è il grande preferito, ma alcune cose devono ancora essere discusse”, ha detto una delle fonti.

I colloqui si concentrano sull’entità del controllo del nuovo CEO sulla strategia aziendale, hanno detto le fonti.
Una seconda fonte ha detto che è prevista una riunione finale della commissione per la nomina di Carrefour per la fine della prossima settimana. L’appuntamento di Bompard potrebbe essere annunciato poco dopo, e in vista della riunione degli azionisti del 15 giugno del retailer.Carrefour ei suoi principali azionisti hanno rifiutato di commentare.
La famiglia Moulin, titolare del grande magazzino Galeries Lafayette, è il principale azionista di Carrefour con un’aliquota del 11,51%, seguita da Groupe Arnault con l’8,95%, la famiglia del titolare del commercio brasiliano Abilio Diniz con l’8,05% e la società di private equity Colony Capital con il 5,23%.

La remunerazione non è una questione fondamentale nei colloqui, hanno detto fonti.

La paga e benefit di Bompard ha raggiunto i 13,8 milioni di euro nel 2016, rispetto agli 11,5 milioni del 2015, grazie alle azioni e alle opzioni gratuite concesse nel 2013-14.

Circa Plassat

Gli investitori vogliono che il nuovo CEO di Carrefour per aumentare le prestazioni dei mercati iperi francesi e per raggiungere la digitalizzazione del dettaglio.
Da quando ha assunto l’incarico di CEO nel giugno 2012, Plassat ha portato una ripresa a Carrefour, concentrandosi sui tagli dei prezzi, accelerando l’espansione in negozi di alimentari e rinnovando i negozi.
Plassat ha vinto un secondo mandato di tre anni nel giugno 2015. All’inizio dello stesso anno ha subito un intervento chirurgico e ha nominato Chief Financial Officer Pierre-Jean Sivignon e il segretario generale Jerome Bedier come vice dirigenti per aiutarlo. Ha detto agli azionisti nel 2016 che avrebbe preparato la sua successione.

Le azioni di Carrefour, che erano diminuite a 14 euro al momento dell’assunzione di Plassat nel giugno 2012, sono più che raddoppiate a 32 euro nell’aprile 2015, ma da allora sono state in discesa. Sono scesi del 27 per cento da quello alto al loro 23,4 euro chiuso il venerdì.

(Reporting by Pascale Denis; Writing by Geert De Clercq; editing by Mark Heinrich)

fonte

Stilisti si nasce

ecco la grafica della maglietta che ho creato per chi parteciperà per Carrefour Express, alla stragenova 2017

(il logo della stragenova e i relativi diritti, sono del proprietario)

il claim “expressamente presenti” è invece di mia proprietà!