La mappa dell’ E-Commerce. All’Italia non piace

​da un articolo di Riccardo Saporito che trovate qui

È una pratica che riguarda sopratutto chi ha un’età compresa tra i 25 ed i 34 anni. La scelgono soprattutto persone con un alto titolo di studio e che vivono in zone densamente popolate. Almeno a livello europeo. Già, perché la propensione degli italiani verso l’e-commerce rimane invece molto bassa.

A dirlo è Eurostat, che ha appena rilasciato l’edizione 2017 del “Digital economy & society in the EU”, uno studio dedicato al rapporto dei cittadini europei con le tecnologie Ict. E quindi anche con lo shopping on line. Un fenomeno che, su un piano generale, è in crescita. Se nel 2007 riguardava infatti appena la metà delle persone che disponevano di una connessione ad Internet, ora si è saliti ai due terzi.

Una formula, quella dell’acquisto in Rete, che piace soprattutto ad inglesi (l’87% di chi ha una connessione lo ha provato nel 2016), danesi (84%) e tedeschi (82%). Gli oggetti che vengono acquistati con maggiore frequenza? Abbigliamento e articoli sportivi. Il 60% di chi ha comprato attraverso un browser o un’app ha comprato un prodotto di questo tipo. Seguono viaggi e vacanze (52%), elementi di arredo (44%) e biglietti per partecipare a concerti o spettacoli (38%).

Come detto, c’è un’età in cui è più diffuso il ricorso allo shopping elettronico. Ed è quella tra i 25 ed i 34 anni. Non importa quale sia il prodotto: i poco più, o poco meno, che trentenni sono quelli che maggiormente scelgono di fare acquisti on line. Lo si può vedere analizzando questa infografica:

La mappa dice innanzitutto che agli italiani l’ecommerce piace poco. Solo il 14% di chi ha tra i 25 ed i 34 anni ha comprato on line l’arredamento di casa contro il 67% dei coetanei inglesi. Appena il 9% ha acquistato prodotti di elettronica contro il 36% dei norvegesi, solo il 22% ha prenotato le vacanze via Web contro il 65% di olandesi e norvegesi. Infine soltanto il 4% dei trentenni italiani ha comprato prodotti alimentari on line. Il record spetta invece agli inglesi, con il 38%.

Il grafico sottostante conferma invece come la fascia di età tra i 25 e i 34 anni sia quella che in percentuale sceglie maggiormente le transazioni elettroniche rispetto ai tradizionali acquisti nei negozi. Infodata ha cercato allora di approfondire l’analisi, per capire meglio le caratteristiche delle persone che scelgono l’e-commerce.

E si è innanzitutto concentrata sul titolo di studio delle persone che hanno tra i 25 ed i 34 anni. Il risultato è che quelle con un livello di istruzione più elevato si rivolgono agli acquisti on line più frequentemente di quanto non facciano i loro coetanei che invece hanno studiato meno. Il risultato è riassunto in questa infografica, il cui funzionamento è identico a quello della precedente.

Visualizzazione che conferma lo scarso interesse italiano per l’e-commerce. In Germania, Olanda e Inghilterra più della metà di chi ha frequentato le “scuole alte” ha acquistato libri e riviste on line nel corso del 2016. In Italia meno di uno su quattro. E i biglietti per i concerti? In Norvegia li ha comprati via Web il 64% dei laureati, in Italia solo il 14%.

Altro elemento per tracciare l’identikit di chi acquista su Internet è legato alla zona di residenza. O meglio, alla densità abitativa del territorio in cui si abita. Ovviamente, più è alta più si tratterà di una persona che vive in città. Al contrario, più è bassa e più si avrà a che fare con soggetti che vivono in campagna. La propensione all’e-commerce di chi ha tra i 25 e i 34 anni sulla base della densità di popolazione è questa:

Bompard…cosa dicono di lui


Riporta Business Insider: Per alcuni, Bompard soddisfa molte caratteristiche per il compito che ci attende, con un track record di taglio dei costi e operazioni online – entrambi i quali potrebbe essere centrali per far rivivere ipermercati francesi in crescita”

Arnaud Lagardère, proprietario della stazione radio Europe 1 che Bompard diresse tra il 2008 e il 2010 e che condivide con lui la passione per il tennis, ha detto: “lui è molto cordiale, ma non è ingenuo. È estremamente risoluto e se pensa di avere la giusta strategia, egli sa andare avanti, senza limiti.

“È un uomo veloce ed esigente,” ha detto Philippe Coutanceau, un rappresentante del sindacato CGT. “Di lui ricorderemo una remunerazione astronomica, in linea con le dimensioni del gruppo e i  risultati.”

Movimenti ai vertici Carrefour

traduzione a cura google traslator – Fonte Reuters

A. Bompard di Fnac sarà proposto per essere nominato CEO di Carrefour la prossima settimana.

Alexandre Bompard, amministratore delegato del negozio di elettronica di consumo francese Fnac Darty (FNAC.PA), sarà nominato amministratore delegato del rivenditore francese Carrefour (CARR.PA), le fonti familiari con la situazione ha detto a Reuters.Il più grande rivenditore europeo sta cercando da ottobre per un successore di Georges Plassat, 68, il cui mandato in qualità di presidente e amministratore delegato scade nel maggio 2018.
Bompard, 44 anni, ha condotto Fnac – che vende libri e musica – a partire dal gennaio 2011. Le azioni Fnac sono quasi triplicate in valore dal momento che la quotazione del mercato azionario nel 2013 è attiva.
Sotto la leadership di Bompard, l’anno scorso Fnac ha vinto una guerra di offerta con Conforama per il controllo dei beni di casa e dell’elettronica Darty, creando un leader di mercato francese con vendite di oltre 7 miliardi di euro.

“Lui è il grande preferito, ma alcune cose devono ancora essere discusse”, ha detto una delle fonti.

I colloqui si concentrano sull’entità del controllo del nuovo CEO sulla strategia aziendale, hanno detto le fonti.
Una seconda fonte ha detto che è prevista una riunione finale della commissione per la nomina di Carrefour per la fine della prossima settimana. L’appuntamento di Bompard potrebbe essere annunciato poco dopo, e in vista della riunione degli azionisti del 15 giugno del retailer.Carrefour ei suoi principali azionisti hanno rifiutato di commentare.
La famiglia Moulin, titolare del grande magazzino Galeries Lafayette, è il principale azionista di Carrefour con un’aliquota del 11,51%, seguita da Groupe Arnault con l’8,95%, la famiglia del titolare del commercio brasiliano Abilio Diniz con l’8,05% e la società di private equity Colony Capital con il 5,23%.

La remunerazione non è una questione fondamentale nei colloqui, hanno detto fonti.

La paga e benefit di Bompard ha raggiunto i 13,8 milioni di euro nel 2016, rispetto agli 11,5 milioni del 2015, grazie alle azioni e alle opzioni gratuite concesse nel 2013-14.

Circa Plassat

Gli investitori vogliono che il nuovo CEO di Carrefour per aumentare le prestazioni dei mercati iperi francesi e per raggiungere la digitalizzazione del dettaglio.
Da quando ha assunto l’incarico di CEO nel giugno 2012, Plassat ha portato una ripresa a Carrefour, concentrandosi sui tagli dei prezzi, accelerando l’espansione in negozi di alimentari e rinnovando i negozi.
Plassat ha vinto un secondo mandato di tre anni nel giugno 2015. All’inizio dello stesso anno ha subito un intervento chirurgico e ha nominato Chief Financial Officer Pierre-Jean Sivignon e il segretario generale Jerome Bedier come vice dirigenti per aiutarlo. Ha detto agli azionisti nel 2016 che avrebbe preparato la sua successione.

Le azioni di Carrefour, che erano diminuite a 14 euro al momento dell’assunzione di Plassat nel giugno 2012, sono più che raddoppiate a 32 euro nell’aprile 2015, ma da allora sono state in discesa. Sono scesi del 27 per cento da quello alto al loro 23,4 euro chiuso il venerdì.

(Reporting by Pascale Denis; Writing by Geert De Clercq; editing by Mark Heinrich)

fonte

Il bisonte Bianco e il piccolo grande uomo

Condivido con piacere queste parole e la bellissima foto che Guido Prussia (compagno per un mese di naja nel lontano 1986 e re-incontrato in rete casualmente poco tempo fa) ha pubblicato sulla sua pagina Facebook, durante il viaggio in solitaria che sta compiendo negli States a bordo di un van.Autore seguitissimo, non solo nei suoi articoli su FB, anche personaggio televisivo,Guido sta postando le tappe del suo viaggio, attraverso terre che si vedono solo in televisione. Qui si trova nel Montana davanti ad un maestoso bisonte albino.Tratto dalla sua pagina Facebook articolo FB di Guido Prussia

Non credere in Dio e guardarlo negli occhi.

Occhi rosa e bianchi dalla tenerezza infinita.

La benedizione e la condanna di essere unico, il sacro senza religione, la fragilità del bianco e la forza del bisonte.

Regalo del divino alle popolazioni indiane del Nord America che quando lo osservano è come se osservassero la speranza fatta carne.

Non dimenticherò mai il mio incontro di oggi, quegli attimi in cui mi sono sentito vicino a risolvere il mistero della vita grazie a una anomalia genetica apparsa come una prova della creatività del creatore.

Torno verso Billings in Montana e mi chiedo: 

E ora? Ora dove vado? E’ come se avessi trovato tutto quello che stavo cercando.

La prateria, la montagna, le nuvole, la pioggia, i fiumi, i laghi, tutto in quello sguardo triste del Bisonte che vorrebbe essere come gli altri ed invece è condannato ad essere diverso.

Nel diverso c’è il mistero della vita. 

Siamo tutti albini senza saperlo.

Tutti unici, senza uguali, forzatamente soli in mezzo a una mandria di nostri simili.

Questo ho visto nei suoi occhi.

Quella gabbia di solitudine che ognuno di noi occupa e dal quale nessuno puo’ uscire.

Eravamo io e lui , un uomo e un bisonte, due argini che non si toccheranno mai ma che insieme dividono il corso dello stesso fiume chiamato vita.

Guido Prussia

Photo by Geremia Giangrandi