3 delle 5 cose che fanno incazzare un Head Hunter

#1– Falsità 

Barare su dati oggettivi quali retribuzione, inquadramenti o situazioni riscontrabili con una semplice telefonata è stupido. Ancora peggio se a farlo è un manager di 50 anni che si è candidato alla posizione di Direttore Generale…eppure accade.

La correttezza e le fiducia sono le basi sulle quali si deve costruire la relazione candidato–Head Hunter e più in generale ogni relazione degna di tale termine.

Evita di bluffare e/o nascondermi dati, cifre o situazioni che potrebbero emergere in un secondo tempo facendo naufragare la tua candidatura direttamente nel distruggi documenti.

Internet, il personale network di ogni Head Hunter e più in generale strumenti informativi di facile accesso consentono di risalire in tempo reale al riscontro di qualunque informazione.

Non voglio arrivare a dire che esista una black-list di candidati ma nel settore ci conosciamo tutti, vedi tu.

#2 – Maldicenza

Assumiti sempre la responsabilità delle tue decisioni e dei risultati che hai ottenuto.

Sparare a zero sull’azienda che da anni ti sta pagando lo stipendio o sull’idiozia ( lo dici tu ) del tuo capo che non ti ha mai valorizzato per motivi di invidia è spaventoso.

A volte cambiare lavoro è necessario ma non lo è sparlare e addossare la croce di quanto accade esclusivamente agli altri.

Affronta le problematiche con serietà e oggettività, riconoscendo che probabilmente è giunto il momento di cambiare.

A nessuno piacerebbe assumere una persona che un domani potrebbe riservarle lo stesso trattamento.

#3 – Arroganza

La sicurezza di sé è positiva, ma quando si trasforma in arroganza e saccenza diventa fastidiosa.

Questo potrebbe essere ancora sopportabile per uno come me che non è famoso certamente per la sua simpatia, ma diventa ago della bilancia quando lo si contestualizza in un ambiente basato sulle relazioni.
Tratto da un articolo su Linkedin di Massimo Rosa

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